SESSO IN AEREO – 4^ parte – Londra/Gela (PA) - Livorno Trasgressiva

SESSO IN AEREO – 4^ parte – Londra/Gela (PA) - Livorno Trasgressiva

- Vado al bagno...
Dissi tranquillamente dirigendomi alla toilette dell'aereo con il suo telefonino nascosto nelle mutande. Guardai le facce stanche e assonnate degli altri passeggeri; nessuno aveva visto nulla e a nessuno importava nulla. 
Nel bagno, col culo appoggiato sul coperchio del cesso, smanettai sullo smartphone trovando le registrazioni... elimina, cancella, elimina, cancella... Tirai un sospiro di sollievo.
Visto che c'ero, continuai a spiare i vari messaggi e le foto. La mia fessa gridò vendetta quando scoprii le foto di un'altra femmina nuda, rasata, bagnata, a cosce aperte, e di una minchia che, di recente, avevo imparato a conoscere bene. Era Sharon, e il messaggio diceva a mio suocero che le mancava. Pure lui se la fotteva!
Misi una mano sotto i miei collant, dove il mio clitoride caldo era unto di succo di fessa eccitata. Premetti esattamente dove stava il punto G e poi iniziai a strofinare mentre guardavo l'immagine del cazzo di mio suocero e dei suoi grossi cugghiuni penzolanti, davanti alla fedda rosea e depilata della Sharon.
Questa fu la prima reazione dedicata a lei, la buttana che si scopava mio marito e suo patri. Non fu un orgasmo di qualità, ma una specie di rilassamento. 
Nella cartella immagini, trovai dozzine di foto del mese appena trascorso, con tante uscite in città, parchi e gite a cui io non partecipai perchè ero in Sicilia. I protagonisti erano mio suocero, mio ​​marito e la super-mega-buttana Sharon. Dovevo fargliela pagare.
Uscita dalla toilette, tornai a sedere accanto a mio suocero, che subito mi chiese se avevo rubato il suo telefonino.
- Ma cosa ti salta in mente? Io non l'ho proprio visto! Fose ti sarà caduto mentre fai le tue porcherie!
Ho risposto decisa, chinandomi sotto i sedili e facendo finta di ritrovarlo.
-Eccolo qui, vecchio rimbambito!
Rassicurato dalla mia docilità, subito ricominciò a palparmi. Il suo cappotto, amorevolmente steso su di me per riscaldarmi, non lasciava indovinare nulla dall'esterno.
- Basta! Devi smetterla, lo capisci?
- No!
Si girò, riuscendo ad afferrarmi la mano e a rimetterla sul suo cazzo mezzo moscio. Ero sfinita dai suoi soprusi sessuali. Negli ultimi giorni, a Gela, col ricatto mi aveva costretto a fare le peggio cose. A volte ce l'aveva dritto, pronto da succhiare, pronto per essere soddisfatto. Altre volte, era flaccido e puzzolente, e doveva essere riportato in vita.

CONTINUA

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